Lettera di addio di una madre: il web la virilizza e si torna a parlare di ricerca
Il web è impazzito e virilizza come non mai. Cosa? Una lettera di addio di una madre che, in punto di morte, ha scritto alla figlia. Dentro c’è tutto l’amore della donna ma anche il dolore che alcune malattie definitive sanno portare nelle nostre vite. Lo spunto consente a tutti di riflettere sullo stato della ricerca scientifica italiana che, come accade da decenni, è tutt’altro buono ma anche su chi il bicchiere lo vede mezzo pieno. E’ il caso dell’università Niccolò Cusano che anche in questo settore è molto attiva e punta a fare qualcosa di concreto grazie al lavoro della fondazione e al ruolo di sensibilizzazione dell’Unicusano Ternana. Se anche voi credete che il grado di civiltà in Italia si debba misurare in base ai passi in avanti dei ricercatori nostrani, ecco come sta contribuendo il nostro ateneo in merito. Buona lettura.
La lettera di addio di una madre alla figlia poco prima che il cancro se la porti via sta facendo il giro del mondo. L’ha scritta la 55enne Peggy Summers, sconfitta da un cancro ai reni, che, in punto di morte, ha deciso di lasciare un messaggio ad ognuno dei suoi figli. Hannah il suo messaggio lo ha virilizzato ed ora si torna a parlare dell’importanza di investire nella ricerca scientifica.
Prima di leggere le parole della statunitense e di capire come esse abbiano saputo risvegliare la coscienza mondiale sul destino e sull’operato dei ricercatori, ci preme ricordarvi che questa è solo una mini-guida. Un tema così vasto lo dovrete approfondire meglio in rete ma, più nello specifico, leggendo con costanza gli articoli del nostro blog accademico della città dell’Aquila. Se poi qualcosa che volete sapere non la trovate, scriveteci pure attraverso il nostro form informativo e noi saremo lieti di rispondervi.
Se si investissero più fondi nella lotta al cancro, forse lettere così non ci sarebbero più. Per ora resta il fatto che l’eredità di Peggy Summers consiste in un pensiero che sta scaldando i cuori di tutti e forse sta scongelando un mondo troppo fermo su sé stesso. Ecco cos’ha detto la sfortunata donna alla sua figlia diciottenne:
“Se stai leggendo, vuol dire che l’intervento non è andato bene. Mi dispiace. Ho fatto il possibile per battere questa terribile malattia, ma credo che Dio avesse altri piani per me. Per favore, non essere arrabbiata. Le cose spiacevoli accadono nella vita. Dobbiamo imparare ad affrontarle, anche se fanno male. Voglio che tu sia felice. Sono certa che sarai un’infermiera meravigliosa un giorno. Studia e non preoccuparti per il lavoro. Se vuoi trovare un lavoretto estivo bene, ma dedicati soprattutto alla scuola. Sii paziente con papà, sarà difficile per lui e avrà bisogno di tempo. Dovrete parlare molto. Non è uno dei nostri punti forti, ma cercate di non rinunciarci. Ricorda anche che hai tantissime persone che ti amano con cui parlare”.
Fondazione Niccolò Cusano
La Fondazione Niccolò Cusano nasce con uno scopo preciso e cioè dedicarsi “all’avanzamento delle conoscenze scientifiche perseguendo il sogno di eliminare la parola malattia da qualsiasi vocabolario e da qualsiasi lingua”. Il compito è alto e difficoltoso ma in Italia ci vuole un baluardo della ricerca scientifica.
Concretamente, le ottime premesse vengono poste in essere grazie al lavoro di giovani ricercatori che sono retribuiti da fondi messi insieme con progetti seri e comunicazione precisa. Nel circuito virtuoso entra anche l’esperienza di esimi studiosi impegnati tutti i giorni.
Quali sono le macro attività della Fondazione Cusano? Le illustra chiaramente il sito. Eccole:
- ricerca in campo bio-medico e diagnostico;
- divulgazione delle informazioni scientifiche;
- formazione indispensabile per far conoscere la moderna cultura sanitaria e scientifica al livello professionale.
La ricerca scientifica in Italia
Una delle conseguenze più evidenti del botto mediatico della lettera di addio di una madre alla figlia è che si torna a farsi domande sulla ricerca scientifica in Italia. Ottimo il fatto che la gente si ponga domande ma meno buone le risposte che riceverà.
Dal 2008 ad oggi lo stanziamento di fondi del governo italiano per la ricerca è diminuito del 20%. Si parla principalmente di risorse impiegate per pagare gli stipendi dei ricercatori e dei professori universitari. Questo segno negativo ha fatto perdere 10 mila posti di lavoro tra docenti andati in pensione prima e non sostituiti e ricercatori emigrati all’estero)
Non solo. La crisi dei ricercatori italiani si allarga ulteriormente. Gli altri fondi erogati a livello nazionale, quelli per i Prin (Progetti Rilevanti di Interesse Nazionale), infatti, si sono ridotti in media di un terzo. Nel 2017 ammontano appena a 92 milioni di euro. Per capire quanti pochi soldi siano, in Francia la stessa voce si attesta attorno al miliardo di euro.
Tumore al seno: prevenzione
La terza missione dell’università Niccolò Cusano è la divulgazione scientifica. Rientra in questa voce, quindi, il lavoro della Fondazione circa la prevenzione del tumore al seno. Si tratta, d’altronde, di un male fin troppo comune da noi. Ogni anno vengono diagnosticati in Italia, infatti, 50.000 nuovi casi di tumore alla mammella che è la tipologia tumorale più diffusa tra la popolazione femminile.
Bisogna capire che, nel corso della vita, una donna su otto corre il concreto rischio di essere colpita da questa malattia. E l’informazione su come prevenire tumori al seno come sta messa? Rispondiamo con un numero. Pur trattandosi del caso più frequente, in Italia sta calando sensibilmente (-1,3%) la mortalità per questo carcinoma.
Il merito di questa piacevole segno negativo, secondo i medici, è la diffusione di pratiche di prevenzione per la donna e di una maggiore attenzione alla diagnosi precoce. Ecco perché le parole di Peggy in rete e il nostro lavoro hanno un peso specifico altissimo.
Se una lettera di addio di una madre riesce a fare così tanto per la ricerca scientifica nel mondo, anche l’università Niccolò Cusano ci mette molto impegno. Aiutateci ad andare avanti informandovi e spargendo voce.