Bonifica ambientale: che cos’è e in che cosa consiste
Bonifica ambientale? Che cosa significa? Nell’accezione comune del termine significa “svolgere un’attività che determina il risanamento di zone contaminate da elementi nocivi che potrebbero essere i tetti coperti di amianto, rifiuti, oppure il risanamento di terreni paludosi”.
La verità è che il tema è molto più ampio di questo. “Bonifica ambientale” vuol dire esattamente “bonificare l’ambiente”, cioè togliere la parte nociva, pulire, portare allo stato puro. Ecco che in questo caso l’espressione, con l’aggiunta di un aggettivo come ad esempio “elettronico”, assume un più profondo significato. Nell’era attuale, dove tutto ruota intorno all’elettronica, se parliamo di operazioni di bonifiche ambientali sappiamo esattamente cosa vogliamo significare.
Vogliamo essere certi che il nostro ambiente lavorativo sia incontaminato da apparati pericolosi quali le microspie, vogliamo che i nostri PC e i nostri smartphone siano privi di software spia. Un settore affascinante dove potresti ambire di lavorare anche tu. Vediamo di spiegartene di più e di indicarti i giusti percorsi formativi per arrivare al risultato. Buona lettura.
Bonifica ambientale? Un tema caldo del futuro prossimo e del presente imminente è la protezione dei nostri dati personali, dei nostri progetti e del nostro know how aziendale. Con la tecnologia elettronica, l’azienda riesce a collegarsi con i collaboratori, con i clienti e i propri partner in modo veloce ed efficiente da qualsiasi dispositivo, in qualsiasi momento e da ogni luogo.
Il rovescio della medaglia è che, se non si presta attenzione, si può finire nel mirino dei cyber criminali che attaccano con dei “malwares” tutti i dispositivi mobili come gli smartphone e i tablet che usano il sistema operativo Android.
La caratteristica dei malwares è che sono predisposti ad infettare gli smartphones che a loro volta infettano una rete aziendale innalzando paurosamente il fattore rischio. Svolgendo periodicamente delle operazioni di bonifiche ambientali tutto questo diventa più improbabile perché si diminuiscono i “buchi” nelle protezioni.
Non è un caso che nella predisposizione dei budget nuovi ci sia una buona fetta ormai destinata alla sicurezza e a chi la possa garantire con preparazione, dedizione e, soprattutto, con costanza di vigilanza. Gli hacker, che poi sono i nostri pirati informatici, attaccano a tutte le ore del giorno e della notte e da qualsiasi paese.
Abbiamo detto che il significato di bonifica ambientale sia poliedrico ed, infatti, oltre alla questione cyber ce n’è una più squisitamente ambientale. Vediamola meglio.
Bonifica dei siti contaminati
Innanzitutto è serio darti la definizione di sito contaminato che include “tutte quelle aree nelle quali, in seguito ad attività umane pregresse o in corso, è stata accertata un’alterazione delle caratteristiche qualitative delle matrici ambientali suolo, sottosuolo e acque sotterranee tale da rappresentare un rischio per la salute umana”.
Poi va vista la legislazione nazionale in materia di bonifica dei siti contaminati. E’ stata introdotta con il D.M. 471/99 e poi è stata modificata dal D.Lgs. 152/06 e ss.mm.ii. “Norme in materia ambientale” che, alla Parte Quarta, Titolo V “Bonifica di siti contaminati”.
Disciplina gli interventi di bonifica e ripristino ambientale dei siti contaminati e “definisce le procedure, i criteri e le modalità per lo svolgimento delle operazioni necessarie per l’eliminazione delle sorgenti dell’inquinamento e comunque per la riduzione delle concentrazioni di sostanze inquinanti, in armonia con i principi e le norme comunitari, con particolare riferimento al principio chi inquina paga”.
Il soggetto istituzionale con cui avere a che fare in caso di bonifiche dei siti è l’ISPRA, in quanto organo di supporto tecnico al Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (MATTM), che ha tra le sue attività istituzionali il compito di redigere e aggiornare, anche in collaborazione con altri enti e istituti coinvolti, le linee guida per le attività di caratterizzazione e bonifica dei siti contaminati.
Matrice di Screening
Bonifica del terreno agricolo
Se questa seconda accezione di bonifica ambientale fa più al caso tuo, allora devi studiare per diventare uno specialista del caso. Potrai salvare vite presenti e future e lasciare un segno indelebile nella salute del tuo paese. Come? Cogliendo al volo l’occasione di formazione post laurea dell’università Niccolò Cusano che eroga un master di secondo livello in “Diritto ambientale e tutela del territorio“.
Che cosa si studia per diventare esperti di diritto ambientale e tutela del territorio? Un agglomerato di materie specialistiche divise in ben 7 moduli da cui estrapoliamo in modo integro la lista delle materie per darti una fotografia realistica del corpus didattico. Eccola:
- La nozione di ambiente nel diritto comunitario, internazionale e costituzionale;
- Il codice dell’ambiente;
- Il danno ambientale;
- L’informazione e il diritto di accesso in materia ambientale;
- La valutazione di impatto ambientale;
- La valutazione ambientale strategica;
- L’autorizzazione integrata ambientale;
- Gli strumenti di pianificazione ambientale;
- La disciplina dei rifiuti: dalle origini al Codice dell’ambiente;
- Le mobili frontiere della definizione di rifiuto;
- I modelli organizzativi del ciclo integrato dei rifiuti;
- La bonifica dei siti contaminati;
- La responsabilità per abbandono di rifiuti9
- Le fonti di produzione energetica;
- Le energie rinnovabili;
- L’efficienza energetica e ambientale e gli strumenti premiali: certificati verdi e certificati bianchi;
- L’acqua come oggetto di tutela nazionale e sovranazionale;
- Il mutamento di prospettiva nella tutela delle acque: dalla visione concessoria all’esigenza di tutela ambientale;
- Acque superficiali e acque sotterranee;
- Gli strumenti di tutela delle acque: attività tecnica ed attività giuridico-amministrativa;
- La tutela del suolo;
- La lotta all’inquinamento atmosferico ed ai cambiamenti climatici;
- Tutela dell’aria e sviluppo economico: un difficile connubio;
- Struttura dei procedimenti in materia di tutela dell’aria;
- La ricognizione sul dato normativo e i passaggi più significativi della sua evoluzione;
- Il risarcimento tra prevenzione, precauzione e ripristino. Il principio “chi inquina paga”: il sottile confine tra colpa e responsabilità oggettiva;
- La determinazione del danno all’ambiente risarcibile e la sua liquidazione;
- Il Diritto Internazionale come pilastro della tutela del mare;
- L’Europa come baluardo a salvaguardia delle biodiversità;
- Tutela delle biodiversità ed aree naturali protette;
- Il difficile equilibrio tra attività produttive e salvaguardia dell’ambiente marino.
I numeri del master in tutela del territorio, poi, aiutano a capire definitivamente se è l’esperienza che fa per te:
- 1500 sono le ore complessive delle lezioni che dovrai seguire;
- 60 sono i crediti formativi universitari – CFU che otterrai a fine ciclo;
- 24 su 24 sono le ore in cui potrai studiare grazie alla piattaforma di eLearning che è sempre attiva.
E quanto costa studiare da esperto di bonifica ambientale? Cista 1500 euro (pagabili in due rate) con la previsione di uno sconto. Quale? Potranno pagare solo 1300 euro (sempre erogabili in 2 rate) chi è:
- dipendente della Pubblica Amministrazione;
- Avvocato iscritti all’Ordine;
- Laureato Unicusano.
*** Forse ti interessa anche questo articolo sull’efficienza energetica ***
Ora sei un quasi esperto di bonifica ambientale, elettronica e tradizionale.
Non mollare la presa, è molto importante tenere le fila del vostro futuro perché le cose da sapere sono ancora tante per cui ti invitiamo a leggere con costanza e con solerzia tutti gli articoli del nostro blog accademico della città dell’Aquila ma anche a scriverci per ogni dubbio tu abbia usando il nostro form informativo.